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Goldhunter SPARTAN. La canaletta tattica italiana più apprezzata dagli utenti, esperti e neofiti.

sabato 30 maggio 2015

APPROFONDIMENTI DI MINERALOGIA AURIFERA

APPROFONDIMENTI DI
MINERALOGIA AURIFERA

Oggi andiamo ad approfondire alcuni concetti di mineralogia aurifera molto importanti per l'arricchimento culturale di un cercatore d'oro e Nello specifico diamo una spiegazione tecnica del percorso formativo dell'oro nativo, eluviale ed alluvionale e del termine Bedrock.
  



Qui di seguito riporto un breve trattato molto interessante di Ardito Desio, utile per arricchire la  cultura aurifera e questi studi fanno parte del nostro percorso di formazione da cercatore:

"L'oro si trova solitamente nativo, ossia legato a nessun altro elemento. Probabilmente vi sarete chiesti come un elemento così ostinatamente casto possa essersi fatto strada nelle vene o addirittura essersi raccolto in pepite.
In buona parte delle rocce l'oro è presente in minutissime tracce, sotto forma di atomi sparsi o minuscoli granelli invisibili all'occhio del cercatore. Per diventare in forma concentrata deve necessariamente in qualche modo aggregarsi e pare che l'oro non sia poi così distaccato come può apparire.
In condizioni di alta pressione, elevate temperature ed in presenza di acqua stringe legami temporanei con il solfuro di idrogeno, per formare complessi idrosolforici che sono in grado di attraversare la crosta e quando a tempo debito il suo partner se ne va, l'oro si deposita nuovamente.
Alcuni altri elementi, quali l'arsenico (quando si trovano in forma fine o colloidale) sono in grado di "lavare" l'oro facendolo aderire alla superficie dei grani, in questo modo l'oro viene spazzato e catturato e quando la roccia aurifera è infine erosa in superficie, rimane indietro dell'oro pesante ed incorruttibile che può confluire nella sabbia aurifera del letto del fiume.
E' poi appunto sul fiume che tradizionalmente i cercatori tradizionalmente "setacciano l'oro" eliminando i detriti di sabbia leggera con abbondante acqua finchè alcuni scintillanti frammenti del nobile metallo si concentrano sul fondo del piatto."
 
Ora guardate questo video e poi leggetene la spiegazione condivisa da Paolo Barbacorvi.
(purtroppo non c'è il corrispondente del video su YouTube e sono costretto ad allegarvi il link Facebook da aprire)
 
 
"I pietroni sono la parte superiore della Bedrock, la parte che è stata interessata dalla azione meccanica glaciale e alluviale del territorio. E' proprio in quelle crepe che è possibile incontrare la maggior quantità di minerale, questo non vuol dire che... nell'alluvionale sopra non ci sia nulla ...."


 

Italian Gold Fever - National Blog and Magazine
 
Conoscenza - Disciplina - Libertà
 
 

mercoledì 27 maggio 2015

CONSIDERAZIONI DEGLI STUDI SULLA RICERCA DELL'ORO

GOLD HUNTER - ITALIAN GOLD FEVER


CONSIDERAZIONI PERSONALI SULLO STUDIO DELLE MATERIE AURIFERE

Più studio ed approfondisco la materia aurifera e più realizzo di essere ignorante, cioè colui che ignora, realizzo che ho tanto da imparare e che il Maestro ha ragione da vendere quando mi dice che devo studiare.
E' troppo facile fare la figura del sapiente con chi non conosce la disciplina o con chi si approcia da poco ma è confrontandoci con gli esperti che fornisce la giusta misura dell'effettiva preparazione e ciò inevitabilmente  fa emergere ed evidenzia ogni limite in materia e io mi sento come un bambino che ha appena imparato a camminare ma che dorme ancora nel lettino con mamma e papà.
 
 
 
 
Questa disciplina annovera vere e proprie materie scientifiche come la mineralogia, l' idraulica e la fisica, oltre ai vari aspetti caratterizzanti della disciplina aurifera come la filosofia ed etica del moderno cercatore d'oro senza togliere la tecnica, i vari studi idrodinamici poi applicati nel lavoro e nella realizzazione delle canalette con tutti gli studi tecnici di sviluppo ed evoluzione costante della propria attrezzatura, e non solo a livello teorico, letto, scritto ma provato e riprovato sul campo.
Essere culturalmente ad un livello di eccellenza della materia è cosa rara, è dote di pochi, navigati, esperti cercatori che conoscono la disciplina come le proprie tasche, ed è a loro che volgo lo sguardo per imparare, carpendo, "rubando" studi, tesi, spiegazioni per assorbirle come una forza interiore e poi chiedendo, a volte "rompendo" per un consiglio, un dubbio, un termine, una tecnica, un controllo di ciò che ho scritto, sempre con umiltà ma con la determinazione di voler imparare e ampliare il proprio orizzonte, mettendo le mie capacità al servizio della causa.
 
 
 

All'inizio pensavo di avere bisogno di poche nozioni, giusto quelle che mi permettono di tirare su la sabbia aurifera e lavorarla come se vedessi soltanto un piccolo giardino da conoscere e curare ma una volta dentro mi sono accorto che sto esplorando una foresta infinita e che il mondo che mi si apre davanti ha la magia ed il profumo della meraviglia.
 
Sergio Cirillo
Gold Hunter

giovedì 21 maggio 2015

RICERCA DELL'ORO ED ECOLOGIA


RICERCA DELL'ORO ED ECOLOGIA

 
Ecologia del ricercatore d'oro alluvionale.
Relazione tra la ricerca aurifera ed un consapevole atteggiamento verso l'ambiente naturale ospitante.
 

Uno degli aspetti della disciplina è proprio la relazione tra ricerca di oro ed ecologia.

Per Wikipedia un ecosistema viene determinato dall'interazione degli organismi tra loro e con l'ambiente circostante, per la Treccani ECOLOGIA è lo studio delle interrelazioni che intercorrono fra gli organismi viventi e l'ambiente che li ospita.

Gli organismi in questo caso siamo noi cercatori e l'ambiente circostante che ci ospita è dove operiamo durante le nostre spedizioni in ricerca, che sia esso un fiume, un torrente, un deposito eluviale o qualsiasi ambiente naturale, dal deserto australiano alle montagne dell'Alaska.

Una relazione intrinseca quindi tra il ricercatore e l'ambiente naturale in cui opera abitualmente, come un rapporto tra vecchi amici che si rispettano, ambiente di cui non a caso siamo sempre gli ospiti e mai i padroni; partiamo eticamente proprio da questo presupposto comportandoci semplicemente di conseguenza.

Un tema che vede coinvolta e sensibilizzata un'ampia cerchia di ricercatori in tutto il mondo che, attraverso la pratica della disciplina, hanno acquisito quei valori e quelle consapevolezze che sentono ora il dovere morale di affermare globalmente e di condividere con tutta la comunità, in Italia come da ogni parte del globo.

 
Una volta piazzato il campo basta prendere un sacchetto ed adibirlo a contenitore dei rifiuti, l'obiettivo è quello di ridurre il nostro impatto ambientale il minimo possibile e quindi ogni scarto sarà saggio buttarlo nel sacchetto, anche i mozziconi di sigaretta spenti e se siamo lontani dal sacchetto perchè magari stiamo operando alla canaletta possiamo spegnerla ed appoggiare il mozzicone su un sasso per poi raccoglierlo quando passiamo per tornare; volendo, con un po' di buona volontà e disciplina si può fare.
 
Se accendiamo fuochi (dove consentito) evitiamo di lasciare l'area con la costruzione in pietra del focolare ancora in piedi, è raccomandabile spegnere il fuoco con secchiate d'acqua e sciacquare magari abbondantemente anche la parte bruciata in modo da disperdere la concentrazione delle ceneri, successivamente disfiamo il focolare con qualche pedata ben assestata qua e là. Cerchiamo di lasciare dietro di noi meno segni possibili del nostro passaggio.
Personalmente per il fuoco mi sono costruito una stufetta a legna da campo che soddisfa ampiamente la necessità di scaldarsi durante le pause nelle giornate più fredde. La stufetta che ho prodotto è semplice da realizzare e lo schema si trova su internet, la sua caratteristica principale è quella di trattenere praticamente tutta la brace prodotta nella giornata e di tenere il fuoco staccato dal terreno in cui si accende. A fine giornata mi basta spegnerla con una secchiata d'acqua, sciacquarla nel fiume, asciugarla e riporla per il trasporto.

 
 
 
EVITIAMO ASSOLUTAMENTE DI LASCIARCI ALLE SPALLE LE BUCHE DEGLI SCAVI APERTI E LE MONTAGNOLE DI MATERIALE SETACCIATO
 
Si ringrazia il Dottor Giorgio Bogni per la foto gentilmente concessa.
 
Alla fine di ogni scavo o di ogni giornata è bene richiudere lo stesso anche sommariamente, non è che  dobbiamo metterci ad asfaltare l'autostrada ma con quattro pedate e due picconate possiamo ricoprire la buca col materiale di risulta che abbiamo prodotto e qualche pietrone scalzato, in questo modo andremo a favorire il naturale ripristino geologico dell'aera che ci ospita e lasceremo dietro di noi sicuramente un impatto ambientale ridotto il più possibile.
Se tutti lasciassimo crateri aperti e montagne di materiale di risulta in un batter d'occhio ci muoveremmo in paesaggi lunari, sarebbe snaturante per l'area e non sarebbe rispettoso nei confronti anche di tutti coloro, ricercatori e non, che vogliono godere delle meraviglie della natura quanto noi, avendone pieno diritto.
Il rispetto ancora una volta è alla base di ogni virtuosismo.
 
Non occorrono chissà quali nozioni per avere un comportamento ecologico corretto, basta avere la giusta consapevolezza ed essere uomini dotati di buona volontà.
 
Sergio Cirillo
Gold Hunter
 









 

mercoledì 20 maggio 2015

Gold Hunter: Traguardo dei 100 like su Facebook.

GOLD HUNTER
Ricerca oro alluvionale
RAGGIUNGE QUOTA 100 LIKE
SU FACEBOOK
 
 
Italian Gold Fever è orgoglioso di celebrare il raggiungimento dei 100 like su Facebook per la Pagina di Gold Hunter - Ricerca oro alluvionale.
Il simbolo di Gold Hunter per i 100 like indossa i colori del cercatore:
Verde come la batea
Marrone scuro come la terra aurifera
Giallo come l'oro e nero come la magnetite.
 
 Italian Gold Fever nasce successivamente alla creazione della Pagina facebook di Gold Hunter, della quale è il blog ufficiale.
 
Questa foto è degli albori della mia avventura aurifera a Bereguardo dove l'oro è fine come borotalco, ho iniziato insieme ad un amico e avevamo solo due batee e una paletta da giardino, non avevo nemmeno gli stivali ma un paio di anfibi e non potevo nemmeno mettere i piedi in acqua. Una volta mi ricordo che non abbiamo trovato nulla ma ogni uscita ha sempre portato con sé qualche insegnamento utile e soprattutto il gusto e la libertà di una giornata di ordinaria avventura.
La libertà del cercatore è subito a portata di mano sin dalla prima uscita.
 
Questa Pagina l'ho aperta due anni fa praticamente agli albori del mio approcio alla pratica aurifera, come una sorta di diario di bordo condiviso con chiunque voglia accedervi, per aprirmi principalmente ad un confronto con gli altri cercatori, quelli esperti e navigati e i dilettanti come mi ritengo di essere io; un confronto costruttivo teso ad ampliare la conoscenza nel mio percorso personale in questa meravigliosa disciplina.
 
Questa foto è stata scattata a Castelnovate, campo "Alfa" Gold Hunter, qui abbiamo operato per circa un annetto, un ottimo campo di pratica e studio.
 
Ci ho messo un anno intero a mettere insieme tutta l'attrezzatura sufficiente per essere in grado di poter operare in modo indipendente tutta la filiera estrattiva e per poter finalmente campionare il mio oro, è in pratica un anno che opero in modo indipendente.
 
 Questa foto invece è recente e arriva dall'isola del cercatore , una punta nota di cui è stato ampiamente parlato in questo Blog. Su questa punta, di curi ringrazio per la segnalazione il Dottor Giorgio Bogni, io e il mio gregario di avventura abbiamo concentrato le nostre attività, personalmente lo faccio per approfondire aspetti della disciplina sul territorio nel breve e lungo termine, e in tutto questo tempo, circa un anno ormai, mi sono affezionato a questo angolo di fiume dove mi sento sempre un po' a casa.
 
Personalmente mi sento di ringraziare quegli amici che hanno seguito la Pagina fin dai suoi albori, in primis il Dottor Giorgio Bogni, poi Paolo, Michele, Silvio, Marco, passando per gli amici più recenti come Cesare fino ad arrivare ai cercatori di tutto il mondo di cui cito Marcelo Carvalho dal Brasile, Brad Beatty dalla California, Don Finley Dal Colorado, Jason Schneider dal Canada e tutti gli altri.
100 volte grazie a tutti voi!  
Sergio.
 

 
 
 

sabato 9 maggio 2015

STRUMENTI del cercatore d'oro: LA CANALETTA ( The sluice )




LA CANALETTA
La canaletta è uno strumento professionale utilizzato da vari cercatori, se ne trovano di vari tipologie e caratteristiche quelle ufficiali conosciute e quelle autoprodotte da sempre.







Nelle foto vediamo una canaletta Goldblitz (tedesca, importata online dal sito ufficiale) modello
"Elvo" al lavoro nelle acque del Ticino.

Questo strumento non è indispensabile per la pulizia del fino, per quella basterebbe comunque una batea, ma è utlissimo e preziosissimo per poter lavorare la quantità di materiale raffinato che riusciremo a produrre, ottimizzando di fatto la possibilità di ritrovamenti del nobile metallo.
La funzione della canaletta, quindi, è quello di favorire l'azione di pulizia del materiale di scavo raffinato grazie alla sua capacità di trattenere al suo interno il materiale ultra-pesante ed il metallo prezioso, scartando quello più leggero.
I materiali di cui sono composte le canalette sono principalmente l’acciaio, l’alluminio ed il legno marino trattato (le “vecchie” e classiche canalette a scaletta sono tutte in legno, a quelle di metallo generalmente vengono applicati tappeti di gomma particolare, saltini o altri accorgimenti tecnici di vario genere.

Nel nostro paese sono iniziate a fioccare le canalette autoprodotte e questo ha costituito uno stimolo fantastico di creatività e di ingegno tipici di noi italiani da sempre e personalmente è un tema che mi ha sempre visto molto coinvolto con studi, progetti, test e produzione di due modelli di canalette targate Goldhhuter.




Canalette Goldhunter 

La canaletta tattica più apprezzata dagli utenti, sia neofiti che esperti.
Visita il sito web www.manufatti-goldhunter.webnode.it per maggiori informazioni

Canaletta tattica Goldhunter modello SPARTAN - Goldhunter SPARTAN tactical sluice


Canaletta sluice autocostruita da L.M.

Canaletta classica in legno a scaletta.

Scaletta di plastica di produzione industriale 

La scaletta di plastica presenta notevoli limiti di esercizio al prezzo dell'unico vantaggio rispetto alle altre cananlette che è il peso relativamente contenuto. Questo vantaggio si trasforma in uno svantaggio poichè una canaletta troppo leggera è troppo instabile in acqua e necessita sempre di accorgimenti per un buon piazzamento in acqua. Inoltre i solchi a scaletta necessitano di molta attenzione e qualora troppo pieni di materiale, col tempo si rischia la dispersione. Altro punto a sfavore è la fragilità del materiale plastico alle sollecitazioni ambientali nel tempo, rispetto ad altri materiali preferiti da costruttori ufficiali e privati cercatori.

 Col tempo i vari appassionati hanno dato luce a degli esemplari davvero eccellenti sotto il punto di vista tecnico e prestazionale, basandosi sugli stessi principi fisici ma utilizzandoli secondo criteri personali, chi su modelli antichi, chi su concezioni moderne secondo la propria inventiva e comunque sempre seguendo uno studio ed un progetto ben specifico, calcolato dal primo all’ultimo centimetro di questo attrezzo unico e davvero eccezionale.

Il suo lavoro lo fa sfruttando la buona sinergia con le leggi fisiche naturali degli elementi con la quale interagisce, rocce e acqua.
Per operare bene, ogni modello avrà bisogno di una certa inclinazione, una giusta corrente in entrata ed una corretta cascatella d'uscita, oltre ad un altezza del flusso d'acqua al suo interno ottimale di un dito, più o meno. Le foto qui proposte sono soltanto una parte delle canalette autoprodotte che si possono trovare.











 Schema di lavoro della classica canaletta di legno a scaletta.

Ovviamente questo articolo vuole solo illustrare a carattere generale tale attrezzo e non entrare in particolari tecnicismi, è rivolto più ai dilettanti, ai curiosi ed a coloro che si accostano da poco alla ricerca di oro alluvionale in Italia.
Per approfondimenti sulle canalette prodotte dal laboratorio Goldhunter, consultare le varie schede sul sito web ufficiale 
www.manufatti-goldhunter.webnode.it


Manufatti Goldhunter - Attrezzatura per la ricerca di oro alluvionale - Gold prospecting equipment

mercoledì 6 maggio 2015

PRATICA E LETTERATURA del cercatore d'oro.


PRATICA E LETTERATURA AURIFERA

Il rapporto tra la pratica della disciplina e la letteratura della disciplina aurifera è palese e ovvio, nemmeno a dirlo che i piccoli grandi consigli degli esperti, che il confronto con gli altri amici cercatori ma soprattutto che l'esperienza del proprio operato sul fiume valgono più di ogni libro o articolo sul tema aurifero. Questo concetto è scontato ma ciò non toglie che leggere, documentarsi e scrivere è un attività complementare alla disciplina aurifera che può aiutare ad ampliare la cultura sul tema, ma è scontato come i prezzi durante i saldi che nemmeno la biblioteca più fornita potrà sostituire la pratica e la vita da fiume per comprendere la pienezza di questa disciplina moderna con radici millenarie, un arte tramandata sino ai giorni nostri.
  La base è il campo, la pratica, perché anche parlare con gli altri serve si ma fino ad un certo punto, solo attraverso le esperienze personali matureremo ed affineremo col tempo un nostro stile ed una nostra tecnica unica e differente dagli altri, seppur magari con molte similitudini, differenze che poi danno colore e carattere alla ricchezza della comunità intera, pur basandosi su concetti tecnici ed etici comuni. 

 La moderna disciplina aurifera è unica, la libertà che regala non ha eguali, il lavoro e lo sforzo vengono compensati con qualche pagliuzza o scaglietta del nobile metallo che quasi mai e difficilmente hanno valore economico minimamente vicino ai costi supportati.  Il vero ricercatore non ragiona come i comuni mortali che associano la parola oro alla parola cash, soldini, euro, ma alla parola gioia, la gioia di quando si trova la prima scaglietta, di quando si vede brillare il suo inconfondibile colore nel piatto o nella canaletta e non importa quanta fatica avrà fatto e quanto oro avrà raccolto a fine giornata, perché la ricchezza più grande l'ha avuta dalla libertà in una giornata di armonia con la natura, di compagina ed interazione con gli elementi del fiume, acqua e terra e i suoi abitanti. 

La vera letteratura aurifera la si può apprezzare per tecnica e per passione, spirito.
Tutti aspetti in sinergia tra loro dentro ogni cercatore.
 Queste consapevolezze, questo palpito interno, queste emozioni le possiamo rendere nostre solo se le viviamo e non leggendole soltanto, Il fiume per noi ha uno spirito, è un essere vivente ben distinto, con la sua voce, il suo carattere, il suo comportamento e le sue regole, va conosciuto e rispettato come un vecchio amico che sappiamo di poter trovare sempre quando abbiamo bisogno di lui.

Tutto questo si può capire solo vivendolo.
 
Perché, cito dai saggi, "non c'è gente più libera di noi.."

 siti web
 


 

lunedì 4 maggio 2015

Equipaggiamento del moderno cercatore d'oro.


Come dev'essere equipaggiato un cercatore d'oro?
Andiamo a vedere punto per punto la dotazione necessaria
per la buona riuscita di una giornata sul fiume.
 
Punto Primo:
 
LA BATEA
 
La Batea è indispensabile, incarna il simbolo per eccellenza del cercatore d’oro, è l’attrezzo principe che si deve sempre avere e che bisogna saper usare con dimestichezza; è il classico “piatto” che vediamo in mano ai vari cercatori d’oro di tutti i luoghi ed in tutti i tempi, essenziale per il lavaggio delle sabbie aurifere e per l’estrazione del nobile metallo, ne esistono di varie dimensioni e materiali, dai moderni compositi all’acciaio classico, lisce o con gradini,  da ricerca e da gara.
Personalmente mi sono affidato ad un kit di batee della Garrett, la piccola (di cui sopra una bellissima istantanea di Daniele Q.) e la media, queste sono le più utilizzate e io mi avvalgo nella maggior parte dei casi della media da 14 pollici.
 
Punto secondo:
 
STIVALI DI GOMMA
 

Un paio di stivali da pesca, alti e coi cosciali, sono  indispensabili per muoversi agilmente sul territorio e poter operare in modo ottimale (il Top sarebbe la salopette intera da pesca!), inutile dire che senza un paio di stivali non ci si può nemmeno sedere sul ciglio del fiume con i piedi in acqua a pulire una batea, per alcune uscite comunque possono bastare anche un paio di stivali da giardinaggio alti però almeno fino al ginocchio.

Io personalmente opero con un paio di stivali da pesca della Caperlan, identici a quelli della foto e mi trovo bene, poi nei periodi più caldi, quando non è più possibile materialmente tenere gli stivali addosso, metto un pantaloncino o costume ed ai piedi indosso un paio di scarpe da scogli, ce ne sono di varie marche e modelli, io uso un paio di Tribord come nella foto, economiche e prestazionali, offrono sulle rocce scivolose del fiume molto grip mantenendo il piede sempre fresco.


 
classificaPunto terzo:
ATTREZZI DA SCAVO
 
1 - Paletta da giardinaggio, chiamata anche "trapiantatore" possibilmente in acciaio, la si usa nello scavo e nel passare il fino in canaletta.
Io uso una "paletta" identica.
 
2 - Pala o vanga.
Questa è la foto della mia Draper Mini Shovel, detta anche "la vanga del cercatore", è corta 70 centimetri ed è praticamente indistruttibile.
 
3 - Picozza o "martellina modello catania"
 
La "picozzina" (per definizione tecnica si chiama “Martellina modello Catania” ed è un attrezzo professionale per muratori) è l’attrezzo che chiude il triangolo, importantissimo per lavorare in sinergia con la minivanga sul punto di scavo, il compito di questa picozzina è quello di zappare, lavorare attorno e sotto ai sassi incastonati e con la parte a taglio scalzare gli stessi con estrema facilità, operazioni altrimenti davvero proibitive. Qualora volessimo invece scalzare pietroni di dimensioni ragguardevoli per esempio nei torrenti, sarà utile allora dotarsi di un piede di porco o mini piede di porco.
Punto quarto:
 
IL SETACCIO
 
Il setaccio, o classificatore, è indispensabile alla produzione del fino che poi andremo a lavare per estrarre il nobile metallo.
In questa fotografia un classificatore standard della Garrett con maglia da un centimetro.
 
Punto quinto:
 
IL SECCHIO
Un secchio è indispensabile per la produzione del fino, assieme al setaccio appunto; personalmente utilizzo quattro secchi da muratore come quello nella foto, pochi euro e molta resa.
Ritengo questo tipo di secchio tecnicamente superiore ad un tipico secchio da vernice perché questi ultimi non sono flessibili e ciò può comportare rotture.
Ritengo questa categoria di secchi davvero ottima, ce ne sono anche di più capienti e costosi (questo nello specifico costava un paio di €uro) ma sempre flessibili e restistenti, non a caso sono utilizzati nella carpenteria e cantieristica.
 
Punto sesto:
 
LA POMPETTA
La Pompetta o "succhiello" è fondamentale per poter archiviare il nobile metallo estratto, letteralmente risucchia le scagliette dal "piatto" o dalla canaletta raggruppandole e mettendole al sicuro.
Ce ne sono di vari tipi e dimensioni, quello nella foto è un modello standard della Garret, modello che utilizzo personalmente.
 
Punto settimo:
 
LA CANALETTA
La canaletta è utilissima per poter lavare il fino in tempi molto più rapidi rispetto alla sola batea, questo attrezzo non è appunto indispensabile come la batea perché il suo lavoro può farlo comunque quest'ultima anche in assenza di corrente per poter utilizzare appunto la canaletta.
Ce ne sono di vari modelli e forme, quelle ufficiali delle aziende più famose americane ed europee e quelle autoprodotte che in Italia vanno per la maggiore, d'altronde siamo un popolo con grande tradizione di grande ingegno, fantasia ed inventiva.
Nella foto un modello di Goldhunter Spartan GCS ai test in acqua quando era ancora un prototipo denominato HSC, ora il modello attualmente in servizio attivo.
 
 
Una menzione anche ai guanti da utilizzare durante gli scavi, ci sono guanti da scavo che costano circa 30 €uro, altrimenti ci sono i guanti da lavoro o da giardinaggio economici da utilizzare al più possibile e nei periodi più freddi  li abbino ad un paio di guanti per lavare i piatti che infilo sotto a quelli da lavoro.
 
 
 

 
 
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