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venerdì 1 aprile 2016

Cercatori d'oro al Ticino - Un giorno di ordinaria avventura - Gold Hunter Adventure

UN GIORNO DI ORDINARIA AVVENTURA 
GOLD HUNTER ADVENTURE



Marzo 2016 - 3 spedizioni archiviate

I preparativi vengono fatti il giorno e la sera prima passando in rassegna tutta l'attrezzatura e poi valutando delle cose non indispensabili cosa portare e cosa no, per ridurre ingombri e pesi inutili. 
Le cose importanti sono: stivali alti alla coscia, pala, picozza, le batee, paletta d'acciaio, la canaletta, i secchi (4 da muratore), il setaccio e i guanti da lavoro. Poi la sedia pieghevole da campo, alcuni stracci, un piccolo asciugamano, la borraccia militare piena d'acqua, il thermos del caffè che ovviamente finisco di preparare il mattino della partenza così come la razione di cibo da portare al campo, più altre cose come il coltello a serramanico e lo svizzero, il cappello da Gold Hunter, gli occhiali da sole, un sacchetto con un paio di calzini ed una maglietta di ricambio.
Solo da metà maggio riesco a non portarmi gli stivali, sostituendoli con un paio di scarpe da scogli comodissime e riducendo non di poco l'ingombro del trasporto. 

Sveglia alle 5:20 

Mi alzo e mi muovo impostato su "pilota automatico" ma già sento spuntare quel principio d'eccitazione per la giornata che mi si prospetta davanti.  
Colazione con latte e biscotti e caffè come se non ci fosse un domani, lo sorseggio guardando fuori in giardino ,mentre i pensieri si schiariscono, le tapparelle dei palazzi sono tutte giù tranne qualcuna qua e là perchè in realtà Milano non dorme mai.
Metto le ultime cose nello zaino ed esco mentre moglie e pargolo dormono sonni beati.
La città è immersa nella quiete dell'alba di un sabato mattina, il traffico dell'ora di punta della sera precedente è soltanto un lontano ricordo nella pace che si respira in questi attimi. 

Partenza ore 6:30 

Ecco Ale con la macchina sotto casa mia, carichiamo l'attrezzatura e via, destinazione autostrada.

Solita sosta all'autogrill, caffè e benzina, poi dritti verso la meta. Si viaggia macinando asfalto lasciandoci alle spalle la metropoli col sole nascente, proiettati verso le montagne che si profilano all'orizzonte, le stesse montagne che ci faranno da sfondo quando saremo a destinazione. 
Un fondo di felice euforia e di positiva eccitazione ci accompagna per tutto il viaggio, ed è sempre così, fin dal momento che prendo coscienza d'esser sveglio. 

Arrivo al fiume circa alle 7:45, piazziamo il campo, indossiamo gli stivali e mettiamo giù le canalette, poi ci si fa un bel caffè dal thermos prima di iniziare a scavare.

Lo scavo:

L'individuazione dello scavo è sempre stimolante, controllo i segnali, guardo il terreno in lungo e in largo e poi decido. Personalmente è una parte dell'attività sul campo che amo particolarmente.  Mi metto comodo nell'area di scavo, ho con me quattro secchi da muratore che riempio d'acqua due per volta, uno dei quali lo tengo vicino con dentro il mio setaccino ( personalmente sviluppato e modificato su precise specifiche tecniche che andrò poi magari a spiegare in un post dedicato alla mia attrezzatura in dotazione), accanto a me ci sono anche la pala corta, la Draper mini shovel, la "pala del cercatore" comoda ed indistruttibile e la picozza, oltre ad una batea piccola per raccogliere i sassi o gli oggetti che mi paiono più interessanti da portare a casa, uso guanti da lavoro più che altro per non tagliarmi o graffiarmi durante lo scavo.
Le pietre grandi che scalzo le sciacquo accuratamente e poi passo la pala nel materiale immediatamente sotto, proseguo e prendo il ritmo secondo la mia tecnica di scavo da seduto, sviluppata nel tempo per preservare la schiena.
Finito di riempire quattro secchi di fino faccio una pausa prima di andare a passare il materiale in canaletta.

Lavaggio del fino in canaletta:

Si passa quindi il fino in canaletta con calma, controllando il millerighe ad ogni versamento di terra aurifera per veder spuntare le tanto agognate scagliette e ogni tanto qualche fiocchetto rilevante che ci fa alzare la testa ed esultare anche se intorno magari non c'è nessuno a sentirci in quel momento, va bene così, è bello così, esultare perdendosi con lo sguardo nella natura.

Poi la giornata viene scandita dai ritmi della disciplina, con immancabili brevi o lunghe pause di relax incluse, a godere della pienezza del posto in cui ci troviamo immersi, di cui siamo i fortunati ospiti e mai padroni o conquistatori.

Al termine di tutti i secchi di fino passati in canaletta, la tiro su e la pulisco bene in un secchio, raccogliendone il preziosissimo concentrato, sciacquando minuziosamente ogni componente. La canaletta poi viene messa ad asciugare così come la griglia ed il miner moss, il secchio con il superconcentrato viene svuotato dell'acqua in eccesso e viene tenuto da parte, poi inizio a lavare ed asciugare tutta l'attrezzatura usata, la pala, la picozza, i secchi, le batee e la palettina d'acciaio inox.
Il superconcentrato me lo porto a casa e come mia abitudine me lo pulisco indoor con la batea, perchè la cosa mi piace molto ed è anche un buon allenamento tecnico per la manualità della batea. 

Di pomeriggio, dopo aver richiuso i nostri scavi con le pietre grandi ed il materiale di risulta aiutandoci anche con la pala si sbaracca il campo, si raccoglie ogni sporcizia eventualmente rimasta fuori dal sacchetto adibito a "monnezza", si fa un ultimo importantissimo check (controllo) della situazione prima di lasciare l'area per evitare di lasciare oggetti dimenticati e si va. 

Fine giornata

Si parte e si torna a casa stanchi ma felici e, per tanto o poco oro che lo spirito del fiume ci abbia voluto donare, siamo estremamente soddisfatti ed appagati per la giornata di ordinaria avventura. 






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