visivo, la prima analisi quindi è affidata ai nostri occhi, come è
stato già detto si terrà conto del corso delle acque, del flusso delle
correnti sul territorio battuto e l’impatto delle varie forze in gioco nel teatro
della scena.
Dove l’alveo di un fiume si allarga le acque perdono potenza
ed i materiali pesanti saranno i primi a depositarsi, dove il fiume fa una
curva o una serie di curve vi sono i punti ove l’acqua rallenta e lì si formano
e punte, ormai abbiamo capito il meccanismo fisico che ne favorisce la
comparsa. Altro discorso è per i torrenti, la ricerca si può orientare anche "a nido", si scalzano i grossi massi nel letto del torrente e si scava
sotto e laddove c’è o c’era una cascatella si scava per sfruttare il perfetto
meccanismo a caduta di madre natura.
Lo spirito di osservazione è fondamentale e lavora in sinergia con le capacità
deduttive.
E’ gia stato detto che molto utile può essere l’impiego di programmi come
Google Earth per studiare in tutta calma la conformazione dei fiumi auriferi
e per individuare con precisione gli obiettivi sui quali concentrare i
propri tentativi (anche se la cosa migliore rimangono ancora le vecchie e care "dritte dei vari ricercatori) ma non è che sia né facile né scontato trovare un buon
territorio aurifero così al primo colpo, quando si è sul posto vengono
messe alla prova una serie di capacità di osservazione, calcolo, ragionamento
e deduzione.
Dopo aver quindi individuato la nostra punta cerchiamo sulla superficie
bagnata le strisce scure tipiche degli agglomerati di magnetite visibili anche
sulla sabbia asciutta, oppure in triangolini sotto le grandi rocce. Non
cerchiamo ovviamente solo la magnetite in superficie, se non la vediamo
non allarmiamoci perché cerchiamo comunque sabbie "scure" dense di parti pesanti sono che oro, piombini da pesca/caccia , magnetite, granato, ilmenite, zircone, monazite e altri elementi minori mentre il quarzo e la mica, essendo più leggeri tra i materiali pesanti, possono risultare sulla superficie della punta ma difficilmente nel cuore delle porzioni più dense e pesanti.
Una volta individuata la
punta si tende a scavare in zone precise ove l’oro può depositarsi per legge
fisica, a salto dietro e sotto a grosse rocce, sotto le radici dei grandi alberi
che fanno un’azione di rete bloccando i granati pesanti e quindi il
prezioso metallo e sotto le sponde facenti parte della punta. Scavando in
una zona sabbiosa con la paletta d’acciaio (o trapiantatore) ad una profondità
ottimale di 15 – 20 cm si può avere già un’indicazione dal terreno
dalla presenza di materiali pesanti.