COME SAPERE DOVE CERCARE L'ORO
LE PUNTE
La prima cosa da fare per ogni ricercatore è quella di individuare una zona
aurifera nella quale operare, è fondamentale quindi saperla cercare e riconoscere.
Alla base di tale ricerca l’applicazione di alcune regole fisiche
da tener sempre a conto.
1 . Azione e comportamento dei flussi delle correnti e delle acque in piena
all’interno del letto e sulle sponde dei corsi d’acqua.
2. Conformazione, disegno e geometrie del letto del fiume, con lettura
ovviamente nel senso della corrente.
3. Conoscenza dei materiali pesanti e meno pesanti da ricercare e del loro comportamento
all’interno delle correnti fluviali.
PERCHE LE PUNTE SONO ESSENZIALI?
Senza poter individuare una punta nessuna ricerca aurifera degna di tal
nome e con un minimo d’aspettativa può essere intrapresa; esse racchiudono
sempre quantità d’oro variabile di annata in annata ma di sicura
presenza ciclica nel tempo.
Le punte si trovano prevalentemente ai lati dei corsi d’acqua e conoscere
per quali dinamiche si formano è fondamentale per poterle ricercare ed
individuare, oggi poi con i programmi di mappe digitali è possibile studiare
bene la conformazione dei vari corsi d’acqua. Ovviamente ci sono siti
su internet che riportano le posizioni di varie punte, sicuramente quelle
più “battute” dai vari ricercatori d’oro sono quelle più sicure e redditizie.
Attenzione a non farsi trarre in inganno (specie gli inesperti) da quegli accumuli
di elementi od alcune chiazze di detriti che essendo in posizione
non corretta saranno costituiti da materiale leggero e privo delle varie caratteristiche
indiziarie che cerchiamo.
Dove il letto del fiume effettua una piccola curva si verificano le condizioni che
bastano per favorire l’erosione e lo scavo delle acque in piena sulle anse
dove vanno praticamente “a sbattere”.
La forte azione erosiva e di scavo dell’acqua smuove una certa quantità di
materiale a seconda della potenza della corrente, i detriti più leggeri verranno
immediatamente spazzati via e trasportati lontano, mentre quelli
più pesanti (oro, magnetite, granito, quarzo, etc.) si adageranno mano a
mano per peso decrescente in tutta la prima area immediatamente adiacente
Questa la spiegazione tecnica di tipiche punte "classiche" ma in realtà sono molteplici i modi in cui si possono formare le punte e accumuli occasionali di materiale pesante, si sono trovate punte ricchissime grazie ad un semplice tronco di traverso, all'attacco di un canale di esondazione, all'incrocio del flusso di due correnti che scavando una buca letteralmente buttavano su il materiale pesante, le punte residuali, dove la piena porta via il terrazzo alluvionale eman mano ne concentra le parti, questi sono soltanto alcuni esempi, perché il bello di questa disciplina è che per quanto si possa scriverne ci sono ancora nuove cose da scoprire e da imparare.
formando quindi la punta.
Una volta individuata la Punta abbiamo trovato l'area utile, ora però bisogna
sapere anche come stabilire dove scavare.
Nel disegno a sinistra possiamo vedere una punta classica e capire come si
forma, la forza della corrente impattando nell'ansa erode il materiale pesante che si va a depositare al primo rallentamento delle acque adiacente per forza decrescente formando la punta, la x segnala il punto di maggior ricchezza di materiali pesanti della punta stessa.
Nel disegno di destra possiamo vedere la formazione di punte "secondarie", cioè quando i materiali pesanti "più leggeri" sfuggiti alla prima punta, nel momento in cui le acque riprendono vigore si vanno a depositare nella sponda opposta, con oro più fine rispetto a quello della punta classica, come appunto nel caso dell'esempio riportato nel disegno che vede il fiume subire un brusco rallentamento per via di una curva molto stretta, e nel punto (A) le acque sono appunto in una sorta di stand by prima di riprendere vigore, favorendo il depositarsi sulla sponda opposta del materiale pesante "più leggero" sfuggito alla prima punta.
Questa la spiegazione tecnica di tipiche punte "classiche" ma in realtà sono molteplici i modi in cui si possono formare le punte e accumuli occasionali di materiale pesante, si sono trovate punte ricchissime grazie ad un semplice tronco di traverso, all'attacco di un canale di esondazione, all'incrocio del flusso di due correnti che scavando una buca letteralmente buttavano su il materiale pesante, le punte residuali, dove la piena porta via il terrazzo alluvionale eman mano ne concentra le parti, questi sono soltanto alcuni esempi, perché il bello di questa disciplina è che per quanto si possa scriverne ci sono ancora nuove cose da scoprire e da imparare.
PROSPEZIONI
LA FORTUNA NON BASTA
Per individuare una buona “zona di scavo” è importante un attento riscontro
visivo, la prima analisi quindi è affidata ai nostri occhi, come è
stato già detto si terrà conto del corso delle acque, del flusso delle
correnti sul territorio battuto e l’impatto delle varie forze in gioco nel teatro
della scena.
Dove l’alveo di un fiume si allarga le acque perdono potenza
ed i materiali pesanti saranno i primi a depositarsi, dove il fiume fa una
curva o una serie di curve vi sono i punti ove l’acqua rallenta e lì si formano
e punte, ormai abbiamo capito il meccanismo fisico che ne favorisce la
comparsa. Altro discorso è per i torrenti, la ricerca si può orientare anche "a nido", si scalzano i grossi massi nel letto del torrente e si scava
sotto e laddove c’è o c’era una cascatella si scava per sfruttare il perfetto
meccanismo a caduta di madre natura.
Lo spirito di osservazione è fondamentale e lavora in sinergia con le capacità
deduttive.
E’ gia stato detto che molto utile può essere l’impiego di programmi come
Google Earth per studiare in tutta calma la conformazione dei fiumi auriferi
e per individuare con precisione gli obiettivi sui quali concentrare i
propri tentativi (anche se la cosa migliore rimangono ancora le vecchie e care "dritte dei vari ricercatori) ma non è che sia né facile né scontato trovare un buon
territorio aurifero così al primo colpo, quando si è sul posto vengono
messe alla prova una serie di capacità di osservazione, calcolo, ragionamento
e deduzione.
Dopo aver quindi individuato la nostra punta cerchiamo sulla superficie
bagnata le strisce scure tipiche degli agglomerati di magnetite visibili anche
sulla sabbia asciutta, oppure in triangolini sotto le grandi rocce. Non
cerchiamo ovviamente solo la magnetite in superficie, se non la vediamo
non allarmiamoci perché cerchiamo comunque sabbie "scure" dense di parti pesanti sono che oro, piombini da pesca/caccia , magnetite, granato, ilmenite, zircone, monazite e altri elementi minori mentre il quarzo e la mica, essendo più leggeri tra i materiali pesanti, possono risultare sulla superficie della punta ma difficilmente nel cuore delle porzioni più dense e pesanti.
Una volta individuata la
Una volta individuata la
punta si tende a scavare in zone precise ove l’oro può depositarsi per legge
fisica, a salto dietro e sotto a grosse rocce, sotto le radici dei grandi alberi
che fanno un’azione di rete bloccando i granati pesanti e quindi il
prezioso metallo e sotto le sponde facenti parte della punta. Scavando in
una zona sabbiosa con la paletta d’acciaio (o trapiantatore) ad una profondità
ottimale di 15 – 20 cm si può avere già un’indicazione dal terreno
dalla presenza di materiali pesanti.
Leggi anche l'articolo che approfondisce con video illustrativi il concetto delle punte ed introduce la spiegazione di embricature delle rocce:
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